Bambini “invisibili”

vetri

“Era un bambino che Lavava i Vetri. Con una bottiglietta e uno straccio ai semafori lavava i vetri. Al di là dei vetri, davanti ai suoi occhi sfilava il mondo. Era un mondo seduto.”

vetri1Inizia così il toccante libro, di Vivian Lamarque, Il bambino che Lavava i Vetri, edito da C’era una volta. Il testo, accompagnato dai bellissimi disegni di Maria Battaglia, racconta l’amara storia di uno dei tanti bambini che vagano per le strade delle nostre città.

Bambini senza méta, bambini invisibili ai più… che non solo lavano vetri, ma che vediamo seduti agli angoli della strada con le loro piccole mani tese a cercare uno spicciolo, ragazzini che dormono nei parchi o si aggirano per le strade vendendo accendini… Bambini senza diritti e ai quali tutti i diritti vengono negati.

E poi ci sono le persone che percorrono le strade a piedi o sedute comodamente in automobile…

“Alcuni erano come senza occhi e guardando il bambino non lo vedevano. Alcuni erano come senza cuore e guardando il bambino non lo vedevano. Alcuni lo vedevano ma era come se non lo vedessero. Alcuni lo vedevano come si vede niente. Alcuni per non vederlo guardavano altrove.”

dirittiUn giorno però il bambino che Lavava i Vetri incontrò un Bambino Buono e… per una volta tornò “bambino”, con tutti i desideri e i sogni della sua tenera età!

Una storia che racconta uno spaccato della nostra società attuale. Un libro non solo da proporre ai bambini, ma adatto a ogni età per aiutarci a riflettere su quanto possa essere triste essere “invisibili”.

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