“I bambini nel bosco della scuola”

A trail through a sunlit Pacific Northwest forest.

canevaro

Andrea Canevaro, nel suo libro “I bambini che si perdono nel bosco. Identità e linguaggi nell’infanzia” edito da La Nuova Italia nel 1976, parla sotto forma di metafora del delicato ingresso dei bambini nella scuola. L’inserimento – secondo Canevaro – dovrebbe avvenire gradualmente, in modo da consentire ai bambini di acquisire le competenze necessarie in maniera graduale, naturale e senza stress. Questo approccio graduale all’inserimento consentirebbe ai bambini di acquisire le competenze necessarie in modo naturale, senza sentirsi sopraffatti dalle attività scolastiche. Inoltre, favorirebbe la creazione di un ambiente scolastico positivo, che aumenta la motivazione, l’apprendimento e il benessere dei bambini.

L’affermazione di Andrea Canevaro, esplicitata dal titolo, può sembrare inizialmente strana o persino un po’ allarmante. Tuttavia, se ci soffermiamo a riflettere su cosa significhi realmente andare a scuola, possiamo comprendere la sua analogia con il bosco. Innanzitutto, andare a scuola significa entrare in un nuovo ambiente, fatto di regole, orari, compagni di classe e insegnanti sconosciuti. Questo può essere molto diverso dalla vita a casa, dove il bambino si sente protetto e al sicuro.

Ma così come in un bosco, anche in classe ci sono molte opportunità di scoperta e apprendimento infatti la scuola è piena di vita e di risorse. Ci sono libri da leggere, esperimenti scientifici da fare, lingue straniere da imparare e amici da conoscere. Proprio come in un bosco, dove si possono scoprire piante e animali diversi, in classe ci sono nuovi concetti e idee da scoprire, che possono aprire la mente del bambino a nuovi mondi di conoscenza. Ma così come in un bosco, anche la scuola può essere un posto pieno di sfide e difficoltà. I bambini possono sentirsi persi o soli, o possono incontrare difficoltà a comprendere un argomento o a relazionarsi con i compagni di classe. Queste sfide possono sembrare insormontabili, ma come in un bosco, ci sono sempre risorse e aiuti disponibili, come gli insegnanti o i genitori, che possono offrire supporto e incoraggiamento.

Inoltre, andare a scuola significa anche acquisire nuove responsabilità e imparare ad essere indipendenti. Questo può essere un po’ spaventoso per un bambino, ma come in un bosco, imparare a essere autonomi è un passo importante per la crescita e lo sviluppo personale.

Il bambino ha comunque un bagaglio di esperienze che non può essere dimenticato, le sue esperienze raccolte fino all’ingresso nella scuola sono le basi su cui costruire gli apprendimenti futuri.

“Il bambino che arriva per la prima volta a scuola, ha imparato già, prima della scuola, a esplorare e a scoprire. Sa già tante cose; anzi sa la maggior parte delle cose”

Il libro offre attraverso la metafora delle favole – Pollicino in primis ma anche Il brutto anatroccolo, Biancaneve e Pinocchio – moltissimi spunti di riflessione e di approfondimento pedagogico rispetto a una scuola e a degli insegnanti che, sempre più spesso, hanno necessità di ripensarsi e di ripartire dal bambino.

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