L’italiano e “le altre” al tempo del plurilinguismo

iprase

 

Partecipare ad un convegno o ad un seminario è sempre molto interessante e arricchente dal punto di vista professionale.

ipraseIn questi giorni, il 21 e il 22 maggio a Rovereto, sono stata invitata come rappresentante della Liguria al IV Seminario Nazionale sulle Indicazioni Nazionali per il 1° ciclo, organizzato dall’IPRASE in collaborazione con il Comitato Scientifico Nazionale e il Dipartimento della Conoscenza della P.A.T.. Il tema – “L’italiano e le altre al tempo del plurilinguismo” - è un argomento per me estremamente stimolante in quanto da anni porto avanti in una classe sperimentale un Progetto che vede al primo posto un’impostazione “diversa” rispetto all’acquisizione della lettura e della scrittura attraverso l’uso del Metodo Naturale ispirato alla pedagogia di Celéstin Freinet , a cui si aggiungono attività di bilinguismo e plurilinguismo.

Il programma, assai denso di contenuti estremamente interessanti, ha visto avvicendarsi personaggi (anche di calibro internazionale) che hanno affrontato le tematiche proposte dall’incontro in maniera semplice ma incisiva.

In ogni intervento ho trovato qualche parte del mio lavoro quotidiano e ho potuto riflettere su pratiche, talvolta date per scontate, che invece hanno una grande valenza dal punto di vista della ricerca didattica ed educativa.

Molto interessante è stata anche la rilettura – che non guasta mai – delle Indicazioni Nazionali, fatta da Italo Fiorin e da Gisella Langé, con un occhio di riguardo a quelle parti dedicate alla valorizzazione delle lingue e delle culture.

Di ogni intervento ho raccolto molti spunti  di approfondimento e mi piace, per sommi capi naturalmente,  selezionare e riproporre alcune frasi dei diversi relatori, molto significative per chi come me lavora con bambini di origine non italofona, ma anche per tutti coloro che vogliono aprire la loro didattica a quello che sta diventando il tema principale della scuola del futuro: la molteplicità dei linguaggi e delle culture.

Italo Fiorin, Coordinatore del Comitato Scientifico Nazionale per l’attuazione delle Indicazioni Nazionali, in “Un quadro d’insieme delle Indicazioni Nazionali”:

- Scuola dell’Infanzia quale prima generatrice di curricolo che influenza il futuro del bambino in ambito scolastico ed educativo

– La poesia sui 100 linguaggi dei bambini di Loris Malaguzzi

– Le 700 parole che fanno la differenza, di Don Milani

- “Buona Scuola” è allargare gli orizzonti dell’alfabetizzazione, che deve passare da strumentale a culturale di base fino a diventare interculturale e plurilingue

- “E’ meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”, celebre frase di Michel de Montaigne, ispiratrice del libro di Edgar Morin “La testa ben fatta”.

 Patrizia Cordin, linguista dell’Università degli studi di Trento, in “Insegnare italiano al tempo del plurilinguismo”:

– Usare due o più lingue cambia il cervello in modo significativamente positivo

- Plurilinguismo e multilinguismo sono un ottimo investimento per il futuro

- La super diversità linguistica è determinata dalla mobilità di massa, dal numero esteso di lingue coinvolte, dalle diversità tipologiche di ciascuna lingua e dalla diversità di sistemi scrittori

- I vantaggi cognitivi del bilinguismo, citando la ricerca di Sorace (2011), sono maggior consapevolezza dell’altro, sviluppo di un’attenzione selettiva, capacità di passare da un compito all’altro

- Sono definite lingue con input “ridotto” quelle dei bambini migranti di famiglie con problemi socio-culturali, in cui la lingua madre è molto semplificata e povera dal punto di vista lessicale

– “Buone pratiche”: uso partecipato delle lingue.

Gisella Langé, del Miur, in “I temi degli Workshop: sviluppare e valutare le competenze linguistiche”:

 – Educazione Bi-Plurilingue: il carattere democratico e non elitario dovrebbe divenire un sistema generalizzato; precocità nell’approccio alla seconda lingua, apertura alle diversità linguistiche, bilinguismo additivo anche attraverso il dialetto, alternanza delle lingue

- Costruzione di un curricolo plurilingue attraverso un’attenta lettura delle Indicazioni

- Il bambino sempre al centro dei processi di apprendimento (pag. 46 – Indicazioni)

- Certificazione delle Competenze D.p.r. 1235 – 13/0272015.

 Jean Claude Beacco, professore emerito di Scienze del linguaggio e didattica delle lingue e delle culture all’Università  di Parigi, esperto di plurilinguismo presso il Consiglio d’Europa e la Commissione Europea:

- Occorre creare trasversalità tra discipline e lingue

- La riflessione sulle lingue deve avvenire attraverso l’uso delle norme metalinguistiche e l’autoriflessione sui vari funzionamenti.

 Il secondo giorno di Seminario è stato caratterizzato dagli interventi nei vari workshop e da alcune relazioni in assemblea plenaria.

Sia la professoressa Giusy Rota – esperta di neuroscienze – che ha affrontato la nascita e l’evoluzione del linguaggio nel bambino, che Gabriella Vigliocco – dell’Università di Londra – che ha parlato dei vantaggi e degli svantaggio del bilinguismo in età evolutiva e delle paure – spesso infondate – degli insegnanti rispetto all’introduzione di due o più lingue fin dalla prima infanzia, hanno ancora una volta sottolineato l’importanza di approcci linguistici molto precoci e della pratica di attività di bilinguismo e plurilinguismo.

 Ecco due interessanti interviste presenti in rete di:

Patrizia Cordin, Il futuro del dialetto,

e un’intervista a Jean Claude Beacco.

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