E’ da poco uscito edito da Emme Edizioni un libro curioso che unisce la ricchezza delle lingue all’intraducibilità dei termini scelti. Si intitola Che bella parola! Parole intraducibili da tutto il mondo scritto da Nicola Edwards e illustrato da Luisa Uribe e racchiude 62 preziose parole di altrettanti paesi sparsi per il mondo. A margine anche una piccola guida, necessaria in molti casi, alla pronuncia corretta di parole in idiomi piuttosto inusuali.
I termini presentati sono unici e non hanno un corrispettivo nelle altre lingue compreso l’italiano, ma vengono spiegati uno a uno in modo da poterne comprendere il significato. Come dice l’autore nell’Introduzione le parole contenute in questo volume “sono solo l’esempio di quanto possa essere bella una lingua“.
Tra le parole più curiose:
MISTIMANCHACHI, in Quechua, che corrisponde a una pioggerella che spaventa i cittadini, gli schizzinosi e i turisti;
PELINTI, in Buli (una lingua del Ghana), che significa passare il cibo che scotta da una parte all’altra della bocca, aspettando che si raffreddi;
JUGAAD, in Hindi, che è la capacità di cavarsela con poche risorse e di risolvere i problemi in modo creativo.
Non poteva mancare l’italiano che è rappresentato da
ABBIOCCO che indica la sonnolenza che viene dopo una grande abbuffa.